Il fallimento di Detroit

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2013/08/11

Il Fallimento Di Detroit

La distruzione del tessuto sociale a Detroit potrebbe essere se non la più importante, almeno una delle causa del declino della città. A luglio, la municipalità è fallita sotto il peso di 19 miliardi di dollari di debito. Nelle periferie più degradate, si trovano case quasi regalate, la popolazione è un terzo di quella di 40 anni fa, l'industria, principalmente automobilistica non è quella di una volta. Sono numerosissime le famiglie dove il padre non c'e' mai stato (dicono che in quelle nere solo il 25% dei figli ha avuto un padre presente), ma non è il razzismo il problema: i danni sono stati fatti anche ai tempi di Young, il sindaco nero che ha fatto scappare parte della popolazione bianca. La diminuzione della popolazione, e quindi il minore apporto di tasse, ha fatto franare il sistema, che virava di molto sul clientelare, e l'industria dell'automobile, motore della città, è stata stroncata dalle richieste sempre più esose dei sindacati della United Auto Workers: forse ricorderete la situazione della General Motors e dei suoi dipendenti ai tempi della crisi "sanata" dai fondi di Obama, anche se certo l'incapacità dei dirigenti non era da meno considerare. Con i saluti di Wagoneer forse, e ripeto forse, la situazione sembra essere cambiata. Nota personale e del tutto slegata dall'argomento: ma il nome della Suzuki Wagon R aveva un legame con quello del presidente di GM? La procedura di fallimento, mirata alla possibilità di dismettere il patrimonio cittadino per pagare servizi e pensioni, non è stata male accolta dagli industriali (questo vorrà pur dire qualcosa), ma porta a pensare che, appunto, questi servizi ai cittadini saranno sempre meno e sempre più invece la città verrà risucchiata in questa spirale con al centro la povertà. Gia' poliziotti e pompieri temono che buona parte delle loro pensioni sia "sparita", con il comune che ristruttura il debito. Debito che al solito è stato anche aiutato dall'uso di derivati... La disoccupazione passa il 22%, un abitante su tre è sotto la soglia di povertà, criminalità a go-go... di fronte a questo, le possibilità di acquistare case a bassissimo prezzo, dove per bassissimo intendo l'equivalente della spesa mensile di un normale affitto di due stanze a Firenze, sembrerebbe un'occasione, ma in realtà non sarebbero rose e fiori: i bassi prezzi riguardano le case periferiche, probabilmente semidistrutte dai vandali, e dove una famiglia normale non dovrebbe aver tanta voglia di passare una vacanza o peggio ancora vivere, e sarebbero comunque gravate dal pagamento delle tasse precedentemente non soddisfatte, rendendole indesiderabili. Triste fine per la città che negli ottanta inventò l'house...

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