Mi ha fatto preoccupare, ma anche troppo rotflare, la notizia che il fisco italiano sta mettendo gli occhi su Ezio Greggio (http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/05/24/ezio-greggio-tapiro-per-conduttore-stipendio-pagato-allestero/604167/, e anche su http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/ezio-greggio-la-mia-residenza-a-monaco-una-non-notizia-le-tasse-le-pago-56448.htm). Rotflare perché uno che si erge a censore, rigorosamente senza dire niente, alla fine è scontato che sia lì soltanto per esigenze di spettacolo, il massimo sarebbe raggiunto quando dopo decine di anni il tutto viene finalmente spiegato dal comportamento presunto del protagonista, fa anche preoccupare perché il fisco ci ha messo tutto questo tempo per arrivarci, forse controllare sembra brutto. Andare a cercare in quelli ambienti doveva essere semplicissimo, e pure ovvio. E quello, appunto, è uno degli ambienti che mi piace meno: tante volte, perfino da sinistra, si è lodato il programma (ricordo, per esempio, Veltroni...), ma a me l'opera ricciana non è mai piaciuta, l'ho sempre trovata falsa come una moneta da tre euro, e questa sembra davvero l'ennesima riprova delle mie considerazioni. L'accanimento su Vanna Marchi (che, in vero, lo meritava), spesso distoglieva da altre cosette, che erano contemporanee, ma forse più difficili da raccontare: quante volte mi sono incazzato perchà le vicende giudiziarie di Berlusconi erano raccontate mettendolo in macchietta anziché affibbiargli il ruolo che in un processo assumerebbero. Questa la parte per Striscia: per le strisce, invece, basta ricordare un'azienda della stessa proprietà, che sportivamente si è aggiudicata i guadagni delle partite Champions League a spese della squadra per cui (un pochetto) tifo.