La mia novelle cuisine

100 Gradi Sotto Zero ◂ ▸ Il Commissario Tecnico Della Nazionale
2014/09/04

La vita è sempre più difficile, ma se esiste una cosa a cui tutti sono obbligati e non possono rinunciare, dai più poveri dell'Africa ai ricconi di Abu Dhabi, se si potesse raccontare quella che tutti desiderano e tutti praticano - potendo - anche più volte al giorno, questa cosa è il cibarsi. Passati i tempi - da quel mò - in cui l'uomo si alimentava con radici e bacche, scoperto il fuoco, il sale, e i cibi ingrassanti, la sfida è passata anche alla preparazione, e in questo, un artista del risparmio energetico come me, non poteva esimersi dall'usare utensili solo apparentemente non convenzionali come i forni a microonde. Non è che i forni a microonde siano iniziati ad apparire nei negozi ieri, pochi anni dopo la seconda guerra mondiale erano già lì, ma sono 16 anni che lo usiamo (ritrovato il documento di acquisto, che ho ovviamente riciclato immediatamente) e non potremmo mai farne a meno: nella cucina, per esempio, abbiamo il microonde e non il forno classico. C'è senza dubbio qualcuno a cui non piace (per esempio questi, senza parlare di Nonna Papera che dichiarava a Paperone, in un'avventura, che era meglio cuocere con il forno classico almeno l'odore si spandeva per la casa), ma purtroppo è un classico dell'essere umano, me compreso, il ricordare con benevolenza i tempi che furono e disprezzare il nuovo: dire che quando "ero giovane" era una situazione migliore, è il primo passo per preoccuparsi, come prima cosa, del tempo che farà il giorno dopo, e vi assicuro che, riguardo alla cottura, mi sento ancora un ragazzino.
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