Credo oramai di averli visti tutti, i loro film. Una grande quantità di ciarpame, stereotipi e noiose ripetizioni, con nel mezzo la storia d'Italia. Non si può dire che la loro opera sia fondamentale per l'umanità, ma probabilmente è molto significativa per descrivere l'Italia del boom, e specialmente quella che nonostante questo rimaneva povera, anche se quasi mai parlavano di emarginazione e povertà in modo serioso. Hanno spaziato, probabilmente prima da ignari e poi da esperti, in tutti i campi della storia, delle dicerie, dei racconti e della tradizione italiana, e infine sono andati a ingozzarsi di clichet e divinità straniere.
Mettiamo che solo una cosa ogni venti che hanno messo in mostra al cinema meriti di essere ricordata: sono comunque tante cose, nel loro infinito numero di film, e per questo credo siano stati due elementi basilari della cultura italiana del dopoguerra.