Casomai non ve ne foste accorti, il mio amico D'Alema ha raccattato un'altra figuraccia. Intendiamoci, niente di penale, niente di politico, non mi sto riferendo a quello a cui state pensando, ma al modo con cui è stato fatto. Da qui si capisce un pò cosa intendo. D'Alema, come dico da anni, si sente padrone del PD, e iniziò i suoi intorbidimenti ai tempi del governo Prodi (e dopo aver dato lo start a Berlusconi legittimandolo, lo fece pure tornare al governo...), e continua, tramite la stellina ninja con le punte che si chiamano Cuperlo, Fassina, Bersani, Civati e or ora Landini (nota), a lottare contro Renzi prima, e in ogni caso contro la maggioranza del partito. E' inutile negare, almeno per me, che certi modi di Renzi sono a dir poco irritanti. Da lì a dire che gli ordini li deve dare la minoranza, però ce ne corre. Una minoranza dove risalta ancora una volta l'attitudine dalemiana alle minaccie di querela, con uno stile che potevo ricordare soltanto nei politici nei telegiornali visti da piccolo. Il carattere non era stato buono sin dai tempi della querela a Forattini, nell'oramai lontano 1999, e arrivata alla fine dei giri in tribunale nel 2001. Ma la domanda del giornalista sul vino venduto dalla tenuta di D'Alema, tenuta di cui almeno io non ricordo di avere sentito mai letto quanto ci ha speso (qui dichiara di avere preso un mutuo di un milione, tanto per fare una divisione costo / stipendi da parlamentare) lo ha fatto nuovamente incazzare: eppure, la risposta piacerebbe saperla anche a me.
Nota: . Mah, speriamo a bene.