2 febbraio 2012 alle ore 17:04
Cosa vorrebbe dire per un italiano uscire dall'euro e tornare alla lira ? Partiamo da un dato di fatto. Il differenziale di prezzi con l'area euro stabile è di circa il 20%. Se noi uscissimo dall'euro la nostra nuova moneta si svaluterebbe come minimo appunto del 20% rispetto all'euro. Considerando che a questo punto il nuovo euro verrebbe considerato una moneta più forte , ci sarebbe anche una rivalutazione dell'euro nei confronti di tutte le altre monete , nuova lira compresa. Quindi è probabile ci sia una svalutazione minima dell'ordine del 30%. Cosa vuol dire questo per gli italiani ?
Consideriamo un italiano che guadagni 1000 euro al mese , 12000 euro all'anno. E consideriamo anche un tedesco che guadagni sempre 1000 euro al mese , 12000 all'anno.Nel momento dell'uscita ogni valore viene convertito nella nuova lira. Poniamo che il tasso di conversione sia 1 a 1 ( ma può essere anche 1 a 2 o 1 a 3 , non importa in questa fase ). Abbiamo che lo stipendio è di 12000 nuove lire. Nel momento dell'uscita dall'euro ci sarebbe la contemporanea svalutazione della nuova lira ( in argentina nel 2002 il peso si svalutò nella settimana successiva alla rottura della parità col dollaro del 60% ). Con svalutazione della nuova lira , il tasso euro/lira passerebbe da 1:1 a 1:1,3 , ovvero ci vorrebbero 1,3 lire per acquistare 1 euro. Cosa succede allo stipendio italiano? Semplice : in lire è sempre 12000 , ma in euro diventerebbe 12000/1,3=9230. Quindi la svalutazione della nuova lira comporterebbe una riduzione dello stipendio espresso in euro del 30%. Lo stipendio del tedesco invece non verrebbe toccato rimanendo sempre di 12000 euro all'anno. Questa riduzione di ricchezza però , non è solo sulla carta , ma è reale , poiché i beni che noi acquistiamo fanno in grossa parte riferimento a prezzi in euro ( o dollari , ma non cambia ). La macchina che acquistiamo è fatta con metalli e materiali comprati all'estero , le apparecchiature elettroniche sono fatte all'estero , anche il pane è fatto con frumento comprato all'estero , i vestiti anche , non parliamo della benzina e del gas per scaldarci , praticamente ogni bene o è fatto di materiali comprati all'estero o è fatto all'estero. Tutti questi sono beni legati all'estero e quindi all'euro o al dollaro. Se svalutiamo la moneta il loro prezzo in nuove lire aumenterà in base alla svalutazione. Quindi la riduzione del stipendio a 9230 sarebbe reale , in quanto le 12000 nuove lire non sarebbero più in grado di comprare beni per 12000 euro , ma appunto per 9230 euro. Cosa succederebbe invece alla produzione ? In italia c'è il mito della svalutazione competitiva. Sciocchezze. Perchè ? Perchè la riduzione di prezzo della svalutazione varrebbe solo sul costo del lavoro. Se io sono la Fiat e produco auto , per assemblare la macchina devo avere ad esempio l'alluminio per costruirla. L'alluminio lo compro all'estero e lo pago in dollari ( o euro ). Se la moneta si svaluta del 30% io pago l'alluminio il 30% più caro. Lo stesso vale praticamente per ogni componente. L'unico che si salva è il lavoro. Problema : in un sistema economico maturo come l'italia il costo del lavoro è una parte piccola del prezzo finale. Per l'auto il 5-6% , che con riduzione del 30% varrebbe sul prezzo totale un 1,5% , probabilmente ampiamente compensato in negativo dall'aumento del costo del materiale. Nel mercato internazionale avremo quindi i prodotti ad esempio tedeschi che avrebbero un prezzo inalterato rispetto alla situazione pre lira , e prodotti italiani sempre con prezzo finale sostanzialmente inalterato , mantenendo inalterati i rispettivi vantaggi competitivi. Tranne per il fatto fondamentale che non solo non sarebbero cambiati i vantaggi competitivi , ma non sarebbero cambiati i tassi di crescita della produttività che non dipendono dalla svalutazione ma dagli investimenti di capitale privato. Quindi noi avremo sempre una Germania che cresce al 2% e un'italia che cresce all'1%. Con ovvia conseguenza matematica di un nostro impoverimento relativo.
Riassumendo , l'uscita dall'euro renderebbe realmente più poveri tutti gli italiani e non servirebbe a nulla per rilanciare la produzione. Mi pare basti e avanzi per rigettare una idea sostanzialmente catastrofica.